Infatti la frizione andrebbe premuta prima che il motore raggiunga il minimo e prima che la macchina si spenga, ma SUCCESSIVAMENTE alla forte pressione sul pedale del freno, non CONTEMPORANEAMENTE.bildo64 ha scritto:.. il motore tende a contrastare l'azione frenante quando arriva al regime del minimo.
Volendo schematizzare in linea teorica:
tf= tempo frenata
tx= inizio pressione freno
ty= inizio pressione frizione
Ammettiamo che la frenata duri complessivamente 5 secondi tf=5 (cioè dopo 5 secondi il veicolo è fermo)
Inizio a frenare all'istante tx=0
Inizio a premere la frizione dopo n secondi ty=tx+ns (ad es. n=3 ty=0+3s=3s)
Nei primi 3 secondi della frenata l'auto è in trazione, negli ultimi 2 la frizione viene premuta, in modo che dal 4 secondo in poi il motore è al minimo, la trasmissione è disaccoppiata e l'auto non si spegne.
In questo modo ho freno motore, coppia sulle ruote e la massima resa dei freni.
Sembra molto complicato ma diventa istintivo in caso di emergenza, quando è in gioco la pelle (propria o altrui).
Ovviamente più è breve l'intervallo tf più la coordinazione diventa difficile.
Ad esempio nel traffico cittadino a velocità inferiore ai 40 km/h, una frenata di emergenza per evitare di investire un pedone che si lancia in strada senza guardare oppure per evitare un'auto che non osserva lo stop, la pressione del freno e della frizione saranno praticamente simultanei essendo tf=1 o 2 secondi totali.
Ma su un'autostrada a 130 km/h con la giusta distanza di sicurezza da chi ci precede è possibile inchiodare, modulando la frenata e premendo la frizione non simultaneamente al freno ma successivamente.